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Agricoltura Sociale: bene la norma ma necessario aprire spazi di confronto con il Terzo Settore

 

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Roma, 18 novembre 2015– Si è svolto a Roma l’incontro “Innovazione sociale in agricoltura – Percorsi e scenari per un nuovo sviluppo” promosso dalla Consulta Economia Civile del Forum Nazionale del Terzo Settore. Un momento di confronto tra le organizzazioni del Forum, parlamentari ed il Vice Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Sen. Andrea Olivero, per dibattere delle opportunità e criticità poste dalla Legge sull’Agricoltura sociale.

La norma recentemente approvata – secondo il Portavoce del Forum Pietro Barbieri – cade in un periodo particolare per il terzo settore e per lo sviluppo dell’economia sociale del Paese. Da un lato siamo nella condizione di vivere una grande possibilità di  crescita per il nostro mondo, di cui tutto il tema dell’agricolture sociale fa parte, dall’altro di avere una serie di riforme volte a costruire un paradigma più innovativo di terzo settore nel nostro Paese. La norma sull’agricoltura sociale rientra in questa cornice e rappresenta un terreno proficuo su cui lavorare, sul fronte dell’educazione, del consumo responsabile, dell’ambiente e dell’inserimento lavorativo di persone in condizione a rischio di marginalità, sociale ed economica.”

Negli ultimi anni, e recentemente grazie anche all’Expo, il dibattito pubblico ha posto grande attenzione al tema alimentare, alla necessità di modelli economici più sostenibili, allo sviluppo dell’agricoltura sociale.  Ma non è facile definire cosa sia agricoltura sociale. Si va dalle imprese agricole che si ibridano ai temi sociali, sino alle diverse attività svolte dal terzo settore in ambito agricolo o ad esso connesse, con una forte rilevanza di inclusione sociale, di tutela e promozione dell’ambiente, educazione, protezione sociale. “Una delle caratteristiche principali che emerge nel settore è quello della rete. La presenza di soggetti diversi che si contaminano e costruiscono un percorso di senso, che bisogna valorizzare. Dopo anni di mancanza di normativa comunque la legge ha avuto questo merito: disegnare i confini di un ambito molto vasto e definirlo da un punto di vista normativo e delle risorse.” Ha affermato Andrea Fora, Coordinatore della Consulta Economia Civile. “Certamente un passaggio da perfezionare ci sembra l’identità molto ancorata alla dimensione imprenditoriale del soggetto agricolo e il limite del 30% di fatturato sull’attività agricola da parte di soggetti sociali, che oggi non permette il riconoscimento di moltissime esperienze imprenditoriali, che noi abbiamo censito in circa 600, con quasi  5.000 lavoratori e un potenziale occupazionale in forte espansione, tra agricoltori e soggetti più svantaggiati.

La richiesta principale emersa dal dibattito è stata quindi la necessità, almeno per i decreti attuativi, di aprire un dialogo con e tra il mondo agricolo e sociale, tenendo conto anche delle istanze, della grande capacità innovativa e del valore che questo mondo produce, a livello sociale, oltre che economico.

Temi che il Vice Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Sen. Andrea Olivero, ha ascoltato e accolto con interesse. “La Legge nasce come modalità di sostegno al nostro modello di agricoltura, fondato principalmente su piccole e medie imprese. Oggi però non possiamo prescindere dal tema della sostenibilità sociale, accanto a quella ambientale ed economica, e sappiamo che non dobbiamo disperdere il patrimonio dell’imprenditorialità sociale, ma anzi far comprendere al comparto agricolo che l’aspetto sociale deve essere assunto come obiettivo, perché non vi è sviluppo agricolo laddove non ci sono coesione e sostenibilità sociale. Questo è l’intento di questa Legge, che deve essere completata con i decreti attuativi. Da questo punto di vista siamo disponibili ad ascoltare e confrontarci anche con il terzo settore, le cooperative sociali e le associazioni di partecipazione sociale per trovare la giusta sintesi per far sì che l’agricoltura sociale possa avere il giusto spazio”.

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